La bella vita dei freelance

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Il bilancio del primo anno della mia attività

“La bella vita dei freelance”, pensavo.

Così, poco più di un anno fa, precisamente il 2 ottobre 2018, ho aperto la partita IVA. Spinta dall’amore e dall’entusiasmo per il mio lavoro ho fatto i primi passi nel mondo dei freelance che mi ha sempre attratto per la libertà e la determinazione nel perseguire i propri sogni.

In questo articolo vorrei condividere con te la mia esperienza, nella speranza che possa esserti d’aiuto, se, anche tu, hai bisogno di una luce in mezzo ad un tunnel buio.

. . . La bella vita dei freelance

Si pensa che la vita dei freelance sia stupenda! Fanno quello che vogliono, quando lo vogliono e magari pure da casa. Se non si è (stati) liberi professionisti difficilmente si comprende anche il “dietro le quinte”. Oggi, dopo un anno di esperienza, mi permetto di dire la mia in merito.

La mia esperienza

I primi sei mesi da freelance li ho trascorsi in un flusso continuo ed inarrestabile di lavoro mentale. La mia testa non mi dava tregua un momento, nemmeno la notte. Gli incontri da organizzare si traducevano in un mare di domande senza risposta:

  • Quale sarà il canale migliore per pubblicizzarmi?
  • Vorrei che il mio cliente ideale partecipasse a quest’incontro, che ho creato su misura per lui, ma come faccio a farglielo sapere?
  • Sarà meglio organizzarli la sera, il pomeriggio o il weekend?
  • E le consulenze? Come faccio a dire alla mamma, che ha bisogno di me, che io sono qui per aiutarla?  

Domande di ogni genere comparivano nella mia testa in qualsiasi momento della giornata. Se l’hai passato riconosci perfettamente la sensazione di inadeguatezza, sconforto e indecisione che si prova. La mia sensazione era di “camminare nella nebbia fitta”.

Potrai ben capire quale livello di tensione e stress genera tutto ciò.

Così, ho cercato d trovare delle strategie negli strumenti che consiglio ai miei riceventi, per placare il logorio mentale, definire la mia visione e lavorare affinché la mia mission possa diventare realtà.

Cosa è cambiato?

Gradualmente ho cambiato il mio modo di lavorare. Ho iniziato a ridurre gli orari di lavoro ad otto ore al massimo, mantenendo la flessibilità e prendendomi almeno 2 giorni alla settimana di totale stacco.

Ho reso più chiara la mia visione. Ho frammentato i grandi obbiettivi in step più piccoli ma costanti nel tempo. Ho scelto di delegare attività che mi “rubavano” del tempo che avrei potuto dedicare a migliorare il mio lavoro. Ho incontrato professionisti super preparati che mi hanno aiutato a continuare la mia formazione, anche su ambiti mai conosciuti prima.

Il bello della libera professione è che puoi dare vita al tuoi progetto anche da sola ma, quando ti senti pronta, puoi creare una rete di collaboratori per affidare in mani più esperte la tua “creatura”.

La vera svolta

Tutto questo, probabilmente, non avrebbe avuto lo stesso impatto se io non avessi accettato, nella parte più intima e profonda di me, di essere principiante. Questo, per me, è stato il mio punto di svolta. Ho compreso intimamente di potermi migliorare, e lo farò sempre. Ma, allo stesso tempo, ho scelto di accettare ciò che sono oggi e di non mettermi a paragone con nessuno. Io sono quella che sono e ciò che mi stimola profondamente a fare questo lavoro è diverso, quasi sicuramente, da quello che muove un altro professionista, anche nello stesso settore.

Oggi ho ben chiari il “mio perché”, i miei valori, la mia visione e come posso fare per raggiungerla. Quindi, comunico con onestà ed autenticità ciò in cui credo e mi sento più serena, proprio come se avessi trovato il mio posto nel mondo.  

Per concludere, posso affermare che il bilancio del primo anno della mia attività è positivo, nonostante le difficoltà, perché mi hanno permesso di crescere e maturare professionalmente trovando nuovi strumenti e malgrado gli imprevisti, che ho saputo trasformare in opportunità.

In quest’anno ho conosciuto parti di me inesplorate, ho creduto nella forza della mia visione, lanciando sempre il cuore oltre l’ostacolo e lasciando la mente più libera.

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